homepage

G.C. Feralpi

SOCIETA'

 
 
 
Il Gruppo Ciclistico Feralpi nasce a Lonato, provincia di Brescia, nel 1974, per opera di Carlo Pasini, presidente dell'industria Feralpi Siderurgica S.p.A., spinto ed animato dalla volontà di condividere con altri amatori la sua fortissima passione per la bicicletta. Per una ventina d'anni la società non ha particolari obiettivi, l'unico fine è quello di riunire un gruppo di amici che hanno voglia di divertirsi nel ciclismo, partecipando a gare e competizioni agonistiche. Nel 1994, invece, la società acquista prestigio organizzando, sotto il marchio Feralpi, la prima squadra Juniores. Da questo momento in poi Feralpi è sempre stato un nome di riferimento nel ciclismo bresciano, e non solo. La squadra Juniores ha avuto il suo massimo splendore nel 1999 con una compagine stellare dalla quale sono emersi i nomi di Corsini, Napolitano, Buccero (2° al campionato mondiale di Zolder-Olanda con la maglia azzurra) e il russo Bespalov (campione russo su strada e a cronometro che è rimasto anche nelle file della squadra dilettanti per due anni), ora professionisti, atleti che hanno portato al Gruppo Ciclistico Feralpi la bellezza di 33 vittorie nel corso di un'unica stagione e che hanno deciso di fare del ciclismo il loro mestiere. In questi ultimi anni il gruppo Feralpi si è concentrato sulla categoria dilettanti, ottenendo risultati notevoli ed impegnandosi nel formare ciclisti validi e nell'accompagnarli nel difficile mondo del professionismo. 
Nel 2010, però, lo staff Feralpi ha deciso di tornare sui suoi passi e dedicarsi, nuovamente, alle categorie giovanili. Lo spirito che anima il gruppo Feralpi è, infatti, quello che, noi crediamo, dovrebbe animare tutto il ciclismo attuale: la voglia di investire sui giovanissimi, insegnando loro i fondamenti, le regole e soprattutto lo stile di vita necessario ad affrontare uno sport tanto difficile quanto bello come il ciclismo, purtroppo al giorno d'oggi svalutato e martoriato da esempi negativi, polemiche e problemi che ne macchiano l'essenza originaria. Il ciclismo è uno degli sport più antichi e popolari. Ha fatto la storia dell'Italia, dell'Europa e del Mondo. Basti pensare che le prime competizioni risalgono agli ultimi decenni dell'800. Insieme al calcio è lo sport più diffuso a livello internazionale. Se è vero infatti che il baseball, per esempio, caratterizza la storia sportiva degli Stati Uniti, così come il Cricket quella del Regno Unito e il Rugby quello della Nuova Zelanda, il ciclismo - così come il calcio - è amato, seguito e praticato nella maggior parte dei paesi di cultura occidentale. I maggiori campioni degli ultimi tempi, infatti, provengono da molteplici nazioni: Miguel Indurain dalla Spagna, Erik Zabel dalla Germania, Lance Amstrong dagli USA, Eddy Merkcx dal Belgio oltre ai tanti campioni italiani da Pantani a Chiappucci a Bettini. Dai tempi d'oro di Coppi e Bartali, però, il ciclismo ha subito un'involuzione. Nel corso degli anni è stato bersagliato di attacchi e centro di polemiche, soprattutto per quanto riguarda il doping. E la cosa grave e spiacevole è che questi attacchi provengono proprio da quelle persone che amano il ciclismo e che hanno deciso di fare di questo il loro mestiere e la loro vita. Troppi sono i ciclisti che preferiscono la furbizia del doping alla fatica dell'allenamento, troppe le squadre e le società che non intervengono e tacciono, privilegiando la gloria e la fama alla salute dei loro atleti e dello sport che hanno scelto di rappresentare. Il Gruppo Feralpi si è sempre schierato dalla parte dei sostenitori di un ciclismo pulito e sano. Da quest'anno ha deciso di compiere un passo in più e di scendere in campo, in prima persona, partendo dai giovani. Siamo convinti infatti che, se si vuole dare una svolta alla situazione stagnante in cui si trova il ciclismo mondiale al giorno d'oggi, bisogna partire dalle basi. E le basi sono quei giovani che decidono di dedicarsi alla bicicletta, nonostante tutto. Giovani che hanno bisogno di una guida seria e motivata nel far capire loro quanto lo sport in generale e il ciclismo in particolare sia prima di tutto una scuola di vita. Valori come l'impegno, la volontà, la fatica troppo spesso passano in secondo piano in un mondo che privilegia l'arrivismo, l'astuzia, l'illusione della gloria. Valori che cercheremo di trasmettere ai nostri ragazzi. Perchè se la scorciatoia può portare al risultato, solo l'impegno porta alla soddisfazione, nello sport come nella vita.